UPGRADE (2018) di Leigh Whannell

Prossimo futuro. Una rapina brutale, dopo un incidente anomalo a bordo di un’autovettura automatizzata, lascia Gray Trace paralizzato in ospedale e la sua amata moglie morta, uccisa senza pietà davanti ai suoi occhi.
Un inventore miliardario, al quale Trace riparava in precedenza una vecchia automobile a benzina, offre a Trace una cura: un impianto di intelligenza artificiale chiamato STEM che migliorerà notevolmente il suo corpo. Ora in grado di camminare, Gray scopre di avere anche una forza e un’agilità sovrumane, abilità che usa per prima per cercare prima e vendicarsi poi dei teppisti che hanno distrutto la sua vita …….
Un film ultra moderno ricco però di ironia, atmosfere sci fi e adrenalina di spessore in puro stile anni ’80. Oserei scrivere alla ROBOCOP, con il quale condivide diversi aspetti, primo su tutti il rapporto sempre più estremo tra uomo e macchina. Se nel capolavoro di Paul Verhoeven la sovrapposizione della macchina sull’uomo era visivamente più prepotente, in questo nuovo sci fi estremo si insinua in maniera più sottile ma aggressiva, togliendo completamente la possibilità di scelta ed autonomia alla carne umana, finendo per divenire in diversi punti totale.
Se la trama per buona parte appare come un collage di opere già visionate a tema vendetta e con al centro l’intelligenza artificiale, i punti di forza sono diversi. Come utilizzare come protagonista un nostalgico del passato e della puzza di benzina, quindi perfetto per la parte, non abusare eccessivamente e continuamente con effetti digitali, realizzare poche ma buone sequenze gore e splatter, con tanto di carne macellata e teste esplose alla vecchia maniera. Un corposo mix che omaggia con stile horror e fantascienza di fine secolo scorso.
Se la pellicola è gradevole e non annoia mai, il finale è ottimo, regalando un colpo di coda sci fi degno di chiamarsi tale.
Film poco originale nel complesso per entrare nella storia del cinema fantascientifico, molto godibile per la fluidità della storia, nei combattimenti e nella violenza proposta, dosata e mai banale. Niente male, soprattutto se consideriamo il lavoro precedente (dimenticabile) del regista Whannell (INSIDIOUS 3)! VALUTAZIONE 8/10

 

H.E.