V/H/S (2012) di AA.VV.

Sono passati ormai 11 anni dal primo capitolo antologico dedicato alle mitiche VHS ed allo stile estetico sporco del ‘found footage’ amatoriale.
Con un franchise che ha raggiunto il considerevole numero di 8 capitoli (spin off compresi), dove l’ultima pellicola della serie, che ci riporta ai fasti estremi dei primi due film, ha visto la luce proprio quest’anno (V/H/S/85), siamo inevitabilmente al cospetto di una delle serie di riferimento, più influenti, del genere horror moderno, non solo antologico.
Se inizialmente doveva essere una rampa di lancio o conferma dei registi indipendenti americani (Matt Bettinelli-Olpin, Ti West, Adam Wingard e Tyler Gillett i nomi più illustri) , ben presto l’abuso dei stilemi dei primi due capitoli ha avuto, nei capitoli successivi, diverse scivolate nel trash, nella banalità e nella noiosa ripetizione di un format originale e innovativo.
Per quanto concerne questo primo capitolo, composto da un prologo (e linea narrativa continuativa di tutte le storie) e cinque episodi, racchiude diversi generi e stili estremi del panorama horror indipendente, spaziando dal torture all’horror sovrannaturale, dal gore allo slasher più puro.
La storia inizia con una banda di stravaganti criminali che, tra le altre, denuda ragazze a caso per riprendere e vendere poi le VHS con le registrazioni. Un possibile colpo su commissione, per rubare una rara VHS porno, li porterà in una strana casa semi abbandonata, dove trovano un uomo morto di fronte ad una serie di monitor. La visione delle VHS trovate darà inizio ad una serie di proiezioni amatoriali estreme, violente e ai confini dell’impossibile …
Il primo episodio, dal titolo AMATEUR NIGHT e sicuramente uno dei pezzi forti del film, usa il geniale espediente della videocamera negli occhiali per riprendere una notte di sesso, droga e alcool di tre giovani studenti. Quando il gruppetto abbonderà anche una strana ragazza in una discoteca, quest’ultima, arrivata in camera con loro darà vita a qualcosa di estremo, rivelando, parzialmente la sua vera natura (la ragazza tornerà protagonista in film a lei dedicato nel 2016 dal titolo SIREN). Nel secondo capitolo, SECOND HONEYMOON, seguiamo una coppia di giovani sposi in viaggio nell’entroterra americano. L’apparente banalità di coppia bene presto subirà una brusca e inattesa virata verso una violenza sanguinaria e purtroppo amara rivelatrice per uno dei due. Anche questo è assolutamente riuscito ed efficace, nonostante la breve durata. TUESDAY THE 17th, terzo capitolo, sa di già visto, in quanto ripropone l’ennesima storia alla VENERDI XIII in salsa found footage e con una spruzzata sci fi. Effetti speciali gore di grande impatto ma la storia è veramente poca cosa. Poco sotto la sufficienza.
Il quarto capitolo dal titolo chilometrico ‘The Sick Thing that Happened to Emily when She was Younger’, è di sicuro impatto estremo, dove sono abilmente miscelati video chat, alieni, visioni soprannaturali, body horror e gore. Altra piccola perla. 10/31/98 è il titolo dell’ultimo episodio, dove trovano spazio in un found footage sporco e grezzo, ragazzi stupidi, sette e demoni incazzati. Sufficiente ma dimenticabile. La chiusura della pellicola è dedicata alla storyline della piccola banda criminale del prologo.
In conclusione V/H/S ha il merito di mantenere intatto, anche dopo un decennio, il proprio fascino indie ed estremo, definendo uno stile, iniziato anni prima da opere celebri (CANNIBAL HOLOCAUST), underground e indie (AUGUST UNDERGROUND, BLAIR WITCH PROJECT) e horror commerciali (PARANORMAL ACTIVITY), destinato a spopolare nel decennio scorso.

Visione essenziale per ogni buon appassionato del genere horror estremo! VALUTAZIONE 3.5/5

H.E.

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