WHAT KEEPS YOU ALIVE (2018) di Colin Minihan

Il regista di ‘IT STAINS THE SANDS’ (Deserto Rosso Sangue) prova ad alzare l’asticella virando deciso sul thriller psicologico imperniato sulla tensione e colpi di scena a ripetizione, senza rinunciare a lampi estremi (pochi ma sanguinolenti al punto giusto) e cambiando più volte l’anima della pellicola, passando spesso dal ‘survival’ al dramma LGBT, questa volta poco rivelante ai fini della storia ma non del tutto marginale.
Jules e Jackie, una coppia lesbica, per festeggiare il loro primo anniversario di matrimonio, si ritirano nella vecchia casa sul lago della famiglia di Jackie. Ma qualcosa non va con Jackie, in quanto Jules diventa frustrata e ferita dalla mancanza di comunicazione da parte della sua sposa, la quale decide di trasformare la vacanza in un incubo, cercando prima di ucciderla e poi braccandola come il gatto con il topo apparentemente senza alcun motivo ……..
Se i pregi della pellicola sono diversi (la mattanza di Jackie, in puro stile slasher, vale da sola il prezzo del biglietto) i difetti non mancano. Diverse le parti soporifere e ripetitive (dialoghi troppo banali e momenti troppo inverosimili), le quali servono solo per riempire ed allungare inutilmente la pellicola. Lo stesso vale per le recitazioni delle due protagoniste, altalenanti e non sempre coinvolgenti. Se per Jackie è giustificabile, considerata l’anima psicopatica ed un passato tutt’altro che roseo, per Jules appare sempre troppo forzata, ancora peggio e senza senso alcuno il suo tira e molla nei confronti della compagna, considerate le circostanze estreme alle quali è subito costretta.
La pellicola, nonostante i limiti sopra esposti (siamo sempre in territorio indie) scorre piacevolmente e abbastanza velocemente, regalando un finale ibrido, selvaggio e ottimo ma che rischia di essere rovinato da un finalissimo (gli ultimi 5 secondi) sicuramente inutile ed evitabile. Bene … ma non benissimo! VALUTAZIONE 7/10

 

H.E.