WHERE THE DEAD GO TO DIE (2012) di Jimmy ScreamerClauz

L’opera estrema più rivoluzionaria e sorprendente dei nuovi anni ’10, grazie alla fusione bad trip dello stile d’animazione, grezzo come i video games anni ’90, con tematiche e situazioni shock impossibili da riprodurre con attori in carne e d’ossa. Non solo perché difficilmente realizzabili fisicamente, ma perché trovare attori e bambini complici nell’immedesimarsi in tali scene è praticamente IMPOSSIBILE!
Film antologico con filo conduttore tra le diverse storie Labby, un cane satanico e malefico, ma ambasciatore di giustizia divina, a suo dire, in quanto portatore della voce di dio. Tainted Milk, Liquid Memories e The Mask That the Monsters Wear sono i titoli dei tre episodi. Nel primo abbiamo protagonista Tommy, al quale Labby ordina di uccidere il padre, la madre ed il bambino in grembo di quest’ultima, in quanto secondo lui è l’anticristo.
Nel secondo episodio abbiamo un tossico suicida e assassino che riesce a catturare i ricordi e memorie delle sue vittime, le quali finiranno, una volta acquisite, per mescolarsi con le sue.
Nell’ultimo episodio i protagonisti sono due bambini, Sofia e Ralph. La prima è protagonista, contro la sua volontà, di filmini a luci rosse architettati dal padre, mentre Ralph è un freak che convive con la testa del fratello defunto inglobata nella sua. I due finiranno per diventare amici, cercando l’uno di aiutare l’altra, grazie anche ai consigli del cane Labby….
Trama banale e buona solo per mostrare abomini e mostruosità? Tutt’altro, per nostra fortuna e di chi ama catturare anche i minimi dettagli presenti in un film. Jimmy anticipa diversi concetti e pensieri personali sulla famiglia, società moderna e religioni presenti nel suo lavoro più recente, WHERE BLACK BIRDS FLY.
Per quanto concerne la famiglia tratta, non lesinando su visioni estreme, sui rapportI conflittuali e sofferenti dei figli nei confronti dei genitori e viceversa, tra i figli ed i loro fratelli, futuri o passati, ed infine l’impossibile accettazione di un lutto familiare, di qualsiasi natura esso sia. L’animazione di Jimmy, spesso etichettata, in maniera ignorante, come sommaria e scadente, è semplicemente eccelsa, dove le visioni acide e lisergiche si fondono perfettamente con l’orrore estremo ma purtroppo incredibilmente vicinissimo alla realtà. Se il triangolo ‘pedonecrozoofilo’ presente nel primo episodio raggiunge l’apice del malsano estremo, la violenza domestica presente nel secondo e quella di abusi su una bambina da parte del padre. per pochi spiccioli, sono storie lette troppo volte nelle sezioni dedite alla cronaca nera di giornali e massa media in generale. Il vero inferno più volte è racchiuso nelle mura domestiche, o peggio ancora in luoghi sacri come le chiese (ved. secondo episodio).
Poco importa se il regista ha dichiarato che nessuna delle scene da lui create nasconde significati particolari, causati a suo dire da un eccesso di stupefacenti, di ottima fattura evidentemente visto il risultato finale, perché tutto è WHERE THE DEAD GO TO DIE, tranne che superficiale e banale.
Inizialmente Jimmy aveva lavorato solo al primo episodio, con protagonista principale Labby il cane (la quale voce nel film è proprio del regista) e doveva essere una commedia e parodia grottesca del noto Lassie, ma poi la storia ampliata, con l’aggiunta di tematiche horror e terrificanti, ha portato alla realizzazione del seguente film psichedelico.
Sesso estremo, necrofilia, violenza domestica, facile accesso alle armi, infanticidio, pedofilia, zoofilia, omicidi plurimi, decapitazioni e visioni oniriche e selvagge che fondono mai allegramente questa tematiche abominevoli e spesso inenarrabili sono state partorite da una mente geniale e consegnate alla storia cinematografica con un’opera destinata a divenire nel tempo futuro un marchio estetico e artistico unico di questo decennio. Se l’estetica da mal di testa martella la mostra mente in continuazione, i dialoghi aberranti e scioccanti, le musiche ansiogene e le urla di chi subisce violenze di ogni natura estrema, finiranno per devastare senza sosta il nostro udito. Mettendo in una scaletta, voce per voce, la quantità di mostruosità e eccessi mostrati nella pellicola, non esiste nulla di similare o avvicinabile (di cinematografico) a questa incredibile pellicola. Per restare in ambito ‘animazione estrema’, perfino opere estreme stupende come BELLADONNA OF SADNESS o MIDORI, pur essendo dei capolavori per qualità e contenuti, se confrontati a questo sembrano film per educande. Soggettivamente sicuramente non è una pellicola destinata ad abbracciare i gusti di tutto il popolo estremo, oggettivamente va riconosciuta tutta la sua malvagia genialità. Un ‘infermo dantesco 2.0’ sconsigliato alle persone facilmente impressionabili. VALUTAZIONE 10/10

 

H.E.