WHO’S WATCHING OLIVER (2018) di Richie Moore

L’esordio alla regia in un lungometraggio di Richie Moore, dopo aver lavorato come collaboratore di innumerevoli film e serie tv, è un horror contorto e perverso, che vive però di alti e bassi, di momenti positivi e brillanti alternati ad altri discutibili e pacchiani. Per nostra fortuna quelli positivi e più elettrizzanti regalano delle vere perle estreme niente male in parte originali, nonostante le influenze di grandi classici del cinema (PSYCO di Alfred Hitchcock su tutti) e di neo horror estremi psicologici più recenti (es. EXCESS FLESH di Patrick Kennelly e DECAY di Joseph Wartnerchaney), sia evidente e palese.
Bangkok. Oliver, un solitario, mentalmente instabile ed imbottito di psicofarmaci, è perennemente succube della madre, che lo manovra a distanza attraverso le video chiamate con il notebook. Oliver, è perennemente alla ricerca di prede da stuprare e uccidere per soddisfare la mente perversa della madre sadica, la quale assiste gioiosa alle carneficine del figlio in presa diretta.
Un giorno Oliver conosce Sophia, una bella ragazza in un parco della città e finisce per innamorarsene. Quando la madre ordinerà al suo figliolo di ucciderla davanti ai suoi ‘occhi’, come le altre, Oliver si troverà costretto ad una scelta dolorosa e critica per la sua mente instabile …. abbandonare la madre o accontentarla per l’ennesima volta…
La pellicola inizia con il botto, dove il primo adescamento della preda femminile, lo stupro e l’omicidio per soddisfare la madre, un incrocio tra Wanna Marchi e la Jane Hudson di ‘What Ever Happened to Baby Jane?’, amante senza freno di snuff movies con protagonista il figlio, è da 10 e lode. Poi però la pellicola ha dei cali paurosi, sotto tutti i punti di vista. Della trama, degli effetti visivi e perfino della regia. Solo nella seconda parte rientra su binari estremi interessanti, svelando il terribile passato di Oliver e mostrando nuovi omicidi efferati, smorzati visivamente da eccessivi fuori campo ma resi ‘dolci’ da una colonna sonora jazz da film anni ’30, sempre e per fortuna con abbondante sangue e belle ragazze senza veli. Nel cast anche in una piccola parte (come vittima) una giovane attrice italiana semi sconosciuta ai più, tale Cecilia Belletti, la quale recita principalmente, per nostra piacevole sorpresa, in italiano.
WHO’S WATCHING OLIVER non è un filmone ma nemmeno da cestinare, in quanto regalerà sorprese, visioni estreme e piacevoli (Sara Malakul Lane senza veli vale sempre il prezzo del biglietto) tutt’altro che trascurabili. Attenzione però …. il film prosegue dopo i titoli di coda, regalando un’ultima perla estremamente morbosa e rabbiosa! VALUTAZIONE 7/10

 

H.E.