WOUND (2010) di David Blyth

Niente di quanto visto in precedenza può prepararvi alla visione estremissima di questo horror psicologico indipendente, sperimentale e folle, sotto tutti i punti di vista. L’unica soluzione possibile per non impazzire con lui è visionarlo più volte, al fine di sbrogliare l’intricata e labirintica matassa della storyline principale, estremamente contorta, stratificata e maledetta nel suo incedere, in quanto non ti molla mai e soprattutto non si arrende mai alla banalità.
Nuova Zelanda. Seguiamo una donna, Susan, ricevere nella sua casa di Auckland la visita del padre, giunto da lontano, Londra, per trovare la sua amata figlia. Dopo i classici convenevoli Susan non esita a mettere in atto il suo piano. Stordisce il padre con una mazza da baseball, lo evira con un paio di forbici (indossando un’inquietantissima maschera di donna), lo uccide e lo seppellisce (a fianco della tomba della madre) assieme alle sue feci, raccolte nel tempo nel suo congelatore e avvolte con cura nella carta stagnola. Uno rito abominevole che segnerà l’inizio di un travagliato percorso per Susan in bilico tra ricordi orrendi, irrealtà, sogni onirici e pesi sullo stomaco ereditati da un passato sconvolgente e aberrante. Mentre Susan cerca di liberarsi da un senso di colpa che la sta lentamente uccidendo, appare all’improvviso una ragazza che afferma essere sua figlia, nonostante Susan non ricordi nulla di lei, almeno fino a quando ……<br>Incesto, aborti, sadomaso (tanta ma tanta roba in merito, maschere di maiale, peni mostruosi, torture, stupri selvaggi, gore e violenza psicologica senza fine, saranno la cornice maledetta di questo horror estremo impazzito che non smetterà mai di scavare, in maniera surreale e grottesca, nella mente di una donna devastata da un passato fatto di abusi subiti e scelte estreme, come l’omicidio e la liberazione di un peccato estremo. Nonostante un’ora vissuta in apnea, il pezzo forte arriva nella parte finale, con un parto gemellare e simbolico tra i più scioccanti di sempre del cinema indipendente e horror. Proprio questo darà inizio al chiarimento dei tormenti di Susan, del suo desiderio di diventare una schiava del bondage, del rapporto controverso con la figlia ‘ritrovata’ e maledetto con la pessima madre defunta, fino a giungere agli ultimi frame di questa triste e delirante storia che faranno luce (a fatica se si tratta della prima visione) su quanto visionato nei minuti precedenti.
WOUND, pellicola unica ed irrinunciabile per ogni appassionato di film estremi oltre ogni limite, è stato definito dal leggendario Ken Russell ‘uno dei più grandi capolavori moderni e da vedere …. a proprio rischio e pericolo’! ESTREMO D.O.P!! VALUTAZIONE 3,5/5

H.E.