X (2022) di Ti West

“Fammi sentire ancora giovane!”
Acclamato da una corposa fetta di amanti dell’horror d’annata, il nuovo film di Ti West segue inesorabile la scia di tanti suoi lavori precedenti, in particolare quel THE HOUSE OF DEVIL che non era affatto male, da parte, mentre dall’altra appariva proprio per quello che era, un omaggio al cinema horror d’annata senza infamia e senza lode. Nulla di nuovo sotto il sole estremo, se consideriamo i lavori degli autori horror più acclamati e innovativi del momento come Ari Aster, Robert Eggers e Julia Ducournau. Messo da parte tutto ciò, X, se non è destinato a rimanere negli annali, finirà per diventare uno dei lavori migliori del regista americano. Merito di una qualità estetica vintage ricercata e di una qualità tecnica di altissimo livello, indiscutibile nel mettere in evidenza colpi di scena e frangenti violenti. 1979. Un piccolo gruppo di giovani, composto da produttore, regista e attori, decide di girare un film porno in una fattoria isolata nel Texas rurale. Ospiti di solitari e anziani, apparentemente disinteressati e inconsapevoli del lavoro della troupe, quest’ultima scoprirà a proprie spese quando certi equilibri mentali del profondo Texas è bene non agitare, per non accendere micce esplosive e letali rimaste sepolte da decenni ….
Tra i tantissimi omaggi, imitazioni, sequel, prequel e reboot vari, X rischia di essere il più onesto e sincero al leggendario THE TEXAS CHAIN SAW MASSACRE di Tobe Hooper, questo vero fattore X, che sarà emblema di tutta la pellicola (protagonista MaXine compresa), del cinema slasher più sporco ed estremo.
L’unione tra porno indipendente a basso costo, rivoluzionario negli anni ’70 per quanto concerne il cinema hard ed esploso negli anni ’80 grazie alle mitiche VHS, e gli Stati Uniti più profondi, rozzi e rurali, sarà la miccia che farà esplodere rimorsi, invidie e ripicche di chi ha visto nella vita passata più ombre che luci, scivolando in quella violenza dissacrante e rivoluzionaria del cinema indipendente degli anni ’70 e primi ’80, che faticherà non poco ad apparire nella pellicola (per un’ora scordiamoci scene estreme, sangue e violenza) ma che una volta mostrata ci accompagnerà senza sosta fino alla fine. Nella prima parte infatti Ti West predilige presentare tutti i vari protagonisti alternando ironia a mistero, avvolgendo il tutto in una cornice esteticamente perfetta ed in linea con l’annata d’ambientazione, il 1979, costellando il tutto di piccoli presagi e visioni, dalla TV (deliri religiosi classici del cristianesimo a stelle e strisce) apparentemente non pertinenti, che troveranno solo nel finale la corretta collocazione e illuminazione. Il disgusto tanto ricercato da Ti West nelle sue opere precedenti, viene catalizzato quasi completamente dalla coppia di anziani proprietari della fattoria dove il gruppo dedito al porno troverà rifugio. Tra torture, gore e scene slasher d’annata girate a meraviglia, la seconda parte della pellicola regala ottimi frangenti estremi, grondanti sangue e frattaglie umane, bilanciando la succitata prima parte poco horror e molto simil softcore. Altro punto di forza della pellicola, l’ottima (duplice) performance dell’attrice Mia Goth, nei panni di Maxine e Pearl (l’anziana padrona di casa), decisamente magnetica quando vesti i panni della prima, inquietante e ruvida in quelli della seconda.
In conclusione questa pellicola, nonostante i diversi pregi ma limitato dalla scarsa originalità, non è destinata a finire tra i grandi capolavori horror del 2022. Tuttavia, se cerchiamo un film horror solido e feroce, dove follia senile e delirio ninfomane padroneggiano alla grande, X finirà per essere apprezzato e scorrerà a meraviglia dal primo all’ultimo minuto. VALUTAZIONE 3,5/5

H.E.

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