Z (2020) di Brandon Christensen

Pellicola canadese che segue un filone horror ben riconoscibile, ovvero quello dei vari THE CONJURING, BABADOOK, INSIDIOUS e ANNABELLE. Pellicole non propriamente ‘estreme’, che però riscuotono, in epoca recente, un grande successo nel vasto pubblico horror più amante di jumpscare, fantasmi e demoni. Z però, pur rimanendo ahimè legato al filone sopra citato, riesce a regalare diverse perle, anche estreme, mescolando molto bene filone sovrannaturale e dramma psicologico. La presenza come co-sceneggiatore di Colin Minihan (What Keeps You Alive, It Stains the Sands Red) assieme a quella del canadese Brandon Christensenb probabilmente ha permesso alla storyline finale di virare su tematiche più avvezze al disturbing drama che al genere horror più classico, legato perlopiù al sovrannaturale. Il film segue una famiglia apparentemente perfetta, stabile e benestante, composta da Beth, Kevin ed il loro unico figlio Josh. Quest’ultimo, a prima vista per noia, crea un amico immaginario battezzato Z con i quale condividere giochi e giornate dopo scuola. Quando però Josh insiste in maniera anomala e ossessiva con il suo amico immaginario, mostrando di alienarsi sempre più dal mondo che lo circonda, Beth, che sta soffrendo anche per la recente morte della madre, inizia a preoccuparsi. La goccia che fa traboccare il vaso è la sospensione di Josh dalla scuola a seguito del suo comportamento violento. Beth e Kevin decidono di farlo vedere da uno psichiatra amico di famiglia. Questo scoprirà che Z non è solo frutto dell’immaginazione di un bambino solitario di 8 anni, bensì figlio di qualcosa di più agghiacciante e terrificante legato alla famiglia di Beth ……Z attinge a piene mani dal cinema horror d’annata (VHS, terapie, segreti familiari terribili, spaventi improvvisi e visioni terrificanti), avvolgendo lo spettatore in una comfort zone horror sicura ma in parte anche banale che sa di già visto. Dove eccelle è la capacità di spingere l’acceleratore della paura reale senza preavviso (la scena delle scale a casa del compagno di scuola di Josh è un vero crack) e nelle rivelazioni della parte centrale, sicuramente la parte migliore dell’intera pellicola. nell’ultimo atto (gli ultimi 20/25 minuti) la pellicola esaurisce la benzina, rimanendo incapace di prendere una via decisa verso l’estremo e soprattutto il drama psicologico afferente Beth, la sua mente ed il suo tragico passato. Z, nonostante il finale troppo confuso (anche se non privo di frangenti carichi di tensione) non annoia mai (grazie anche a omicidi efferati e suicidi shock), mettendo sempre in bilico le certezze se quanto visionato sia realmente accaduto o meno. Pur lontano da bombe estreme sovrannaturali come MAL NOSSO e THE WAILING, questo piccolo film è sicuramente meritevole di attenzione, complice anche la breve durata, ed i continui (e scoppiettanti) colpi di scena. Niente male! VALUTAZIONE 3/5

H.E.

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